Solenne Processione delle Catene di San Paolo 2025, una tradizione che si rinnova
Al termine della Celebrazione presieduta da S.Em.Cardinale James Michael Harvey, domenica 29 giugno, Solennità dei Santi Pietro e Paolo, si è svolta la tradizionale processione della Reliquia della Catene di San Paolo – presieduta dal Rev.mo Abate Dom Donato Ogliari O.S.B. – che ogni anno si ripete con la stessa solennità e lo stesso seguito da parte dei fedeli. Vediamo allora insieme le origini di questo rito così atteso e amato.
Un gesto antico, un significato che parla ancora oggi
La Basilica di San Paolo fuori le Mura custodisce, silenziosa e maestosa, una delle reliquie più evocative del cristianesimo: la catena di San Paolo, quella che – secondo la tradizione – lo avrebbe tenuto legato al suo carceriere durante la prigionia a Roma, nei primi anni Sessanta del I secolo.
Ma non tutti sanno che questa reliquia ha dato origine, nel corso dei secoli, a una tradizione profondamente radicata nella vita della comunità cristiana romana: la processione delle catene che si svolge il 29 giugno, festa dei santi Pietro e Paolo.
Da simbolo di prigionia a segno di fede
Secondo quanto narrano gli Atti degli Apostoli, quando Paolo arrivò a Roma gli fu concesso di vivere in una casa privata, ma sempre sotto custodia militare: «gli fu concesso di abitare per conto suo con un soldato di guardia» (At 28,16). È in quel contesto che l’Apostolo, parlando ai Giudei di Roma, disse:
«A motivo della speranza d’Israele sono stretto da questa catena» (At 28,20).
Quella catena concreta – formata oggi da nove anelli di ferro che originariamente erano tredici– venne da subito considerata un oggetto sacro, tanto che già nel IV secolo alcuni testi patristici ne parlano come reliquia venerata. San Giovanni Crisostomo, ad esempio, esclama:
«O beata catena! O beate mani che la catena ha ornato!»
Una reliquia al centro della devozione
Nel corso dei secoli, il culto legato alla catena si intensificò. La tradizione di toccare o baciare la reliquia divenne segno di intercessione, e nei casi più solenni la catena veniva portata in processione per le strade dell’Urbe, a invocare la protezione dell’Apostolo nei momenti di crisi, come pestilenze o guerre.
Già nel VI secolo, Papa Gregorio Magno conferma la venerazione della catena in una lettera alla consorte dell’imperatore Maurizio: racconta che ai devoti si donavano limature del metallo, anche se non sempre il ferro si lasciava scalfire, come a voler mantenere intatta la sacralità dell’oggetto.
Il significato della processione
Nel tempo, la processione delle catene è diventata gesto pubblico di memoria e fede. Quando le catene venivano esposte e portate fuori dalla basilica, non era solo un momento devozionale: era un richiamo visibile alla forza del legame con Cristo, alla fedeltà dell’Apostolo, e anche alla sofferenza che diventa offerta d’amore.
L’atto di portare le catene in processione ha assunto così un duplice significato:
storico: come memoria del martirio e del passaggio di Paolo a Roma;
spirituale: come testimonianza di una libertà più profonda, che non teme il vincolo se esso è segno d’amore.
Un legame tra Oriente e Occidente
La valenza simbolica della catena ha attraversato anche i confini geografici. Nel 2006, sotto il pontificato di Benedetto XVI, due anelli della catena furono donati all’arcivescovo di Atene, Sua Beatitudine Christodoulos. Questo gesto, nato dal desiderio espresso già qualche anno prima da Giovanni Paolo II, ha segnato un passo importante nel dialogo ecumenico, rinnovando quel legame che unisce Roma alla Chiesa d’Oriente nel nome di Paolo.
Anche questo episodio ha trovato eco nella celebrazione liturgica: la consegna dei due anelli avvenne durante una solenne celebrazione della Parola, con la partecipazione delle delegazioni cattolica e ortodossa. Un momento in cui la catena è tornata a parlare, non più come segno di prigionia, ma come ponte tra popoli e Chiese.
Un gesto da riscoprire
Oggi la memoria della processione delle catene resta viva nella celebrazione liturgica del 29 giugno, festa dei santi Pietro e Paolo. In alcune occasioni speciali, le catene vengono esposte in forma solenne, e la loro presenza silenziosa continua a suggerire una domanda attuale:
A cosa siamo legati oggi? E quali sono le catene che possono diventare vie di salvezza?
Per San Paolo, essere incatenato per Cristo fu una forma di appartenenza. Un modo concreto di dire che nessuna difficoltà – neppure la prigione – può spezzare l’amore di Dio.
Ecco perché la processione delle catene non è solo un’antica tradizione: è un gesto che custodisce un significato vivo, che continua a interrogare e ad accompagnare chi varca la soglia della Basilica.
Di seguito il fotoracconto della Processione del 29 giugno 2025
















































































































