top

Carisma benedettino

Il carisma benedettino è diretta emanazione dell’ Ora, Labora et Lege che ogni Comunità benedettina cerca di vivere nella propria realtà monastica, storica e culturale.

I concetti di Ora, Labora et Lege – che si traducono in preghiera, lavoro e studio – non devono essere considerati delle alternative, bensì aspetti inscindibili della vita monastica, che si completano e si armonizzano in una scansione quotidiana delle ore suddivise in modo da vivere in maniera alternata e al tempo stesso complementare all’interno della giornata questi pilastri benedettini.

Origini

Quando si parla di Carisma Benedettino, quindi, si fa riferimento ad un insieme di valori spirituali derivanti dalla Regola di San Benedetto. Scritta a Montecassino dal Santo Patrono d’Europa nel VI secolo, essa permea di sé la vita di ogni monaco benedettino e nel corso dei secoli ha influenzato la spiritualità e la cultura occidentale con i suoi valori etici e spirituali profondi.

L’obiettivo principale del Carisma benedettino, quindi, in qualsiasi ambito se ne ravvedano i segni, è quello di raggiungere un equilibrio coltivando una profonda connessione spirituale e contribuendo al bene della comunità.

Nel corso dei secoli, i monaci benedettini hanno svolto un ruolo fondamentale nel trasmettere il sapere attraverso manoscritti antichi, hanno preservato le tradizioni culturali e hanno contribuito allo sviluppo di arti e mestieri.
L’influenza del Carisma Benedettino si estende anche al di là dei confini dei monasteri.

Il Carisma Benedettino Oggi

Oggi il Carisma benedettino continua ad essere di riferimento non soltanto nel mondo monastico ma anche in ambienti aziendali.

Le Comunità benedettine si sono adattate ai cambiamenti pur mantenendo fermi i valori fondamentali della loro tradizione.
I principi di equilibrio, disciplina e ospitalità incardinati nella Regola di san Benedetto hanno ispirato molte persone a vivere una vita più significativa e centrata sui valori spirituali. Per questo, ancora oggi, le comunità monastiche benedettine continuano ad essere luoghi di rifugio e rinascita per coloro che cercano una vita di preghiera, lavoro e studio.

San Benedetto

Benedetto nasce a Norcia nel 480 d.C. circa ed è considerato il Fondatore del monachesimo occidentale. Conosciamo la sua vita grazie a san Gregorio Magno che nel 593/594 gli dedica il secondo capitolo dei suoi Dialoghi.
Benedetto e sua sorella Scolastica – che la tradizione vuole anche gemella – nascono nel 480 d.C. in una famiglia benestante di Norcia. L’adolescente Benedetto viene inviato a Roma per gli studi superiori, ma, trovando la città dissoluta e corrotta, li abbandona ben presto per dedicarsi interamente alla ricerca spirituale. Accompagnato dalla sua fedele nutrice giunge dapprima ad Affile, quindi vive per tre anni da eremita in una grotta a Subiaco – il Sacro Speco – fino a che i monaci di un monastero vicino, a Vicovaro, gli chiedono di diventare il loro nuovo abate. Tuttavia, entrato in conflitto con la comunità, che tenta di avvelenarlo perché mal sopporta la sua insistenza sulla necessità di seguire una corretta disciplina monastica, Benedetto ritorna alla solitudine della vita eremitica fino a quando, sotto l’insistenza di molti che cercavano la sua guida, fonda 12 monasteri attorno a Subiaco, nella Valle dell’Aniene.
Intorno all’anno 529 d.C., con alcuni monaci, lascia Subiaco e giunge a Cassino, dove fonda un monastero sulla collina che dall’alto sovrasta la città, e dove sorgeva un’acropoli con un tempio pagano. Qui il Santo di Norcia scrive la sua Regola e muore il 21 marzo del 547, preceduto di poco – secondo la tradizione – dalla sorella Scolastica, tuttora sepolta assieme al fratello sotto l’altare maggiore della Basilica Cattedrale dell’Abbazia di Montecassino.
Nel 1964, Papa Paolo VI dichiarò san Benedetto “Patrono Principale d’Europa” e stabilì che la sua festa fosse celebrata nella Chiesa universale il giorno 11 luglio. Tuttavia, i monasteri benedettini continuano a ricordarlo anche il 21 marzo che, tradizionalmente, è appunto indicato come il giorno della sua morte.

Medaglia benedettina

Origini

Da san Gregorio Magno (cf. il II libro dei Dialoghi), sappiamo della profonda fede del Santo di Norcia che con il segno della croce aveva operato diversi miracoli. Questa sua devozione verso la croce di Cristo diede origine alla diffusione di medaglie raffiguranti san Benedetto con una croce tenuta nella mano destra, e la Regola nell’altra.
Non si hanno notizie certe su quando sia stata realizzata la prima “Medaglia di san Benedetto” a cui, più avanti nei secoli, vennero aggiunte delle lettere maiuscole attorno alla grande croce sul retro della medaglia. Per molto tempo il significato di queste lettere rimase sconosciuto, ma nel 1647, nell’Abbazia di Metten, in Baviera, venne trovato un manoscritto del 1415 dal quale si poté ricavare una spiegazione delle lettere. Si tratta delle iniziali di una preghiera latina di esorcismo contro Satana.

Descrizione della Medaglia

Può essere utile una spiegazione che sia di supporto a quanti vengano in contatto con la “Medaglia di san Benedetto”. Sul retto della medaglia vi è l’immagine di san Benedetto con la croce nella mano destra. Nella mano sinistra tiene invece la sua Regola, sintetizzabile nel motto “Ora, labora et lege – Prega, lavora e leggi”.
In basso, alla destra di san Benedetto, vi è la coppa col vino avvelenato, andata in frantumi dopo che il Santo aveva fatto il segno della croce. A sinistra vi è un corvo che sta per portare via un pane avvelenato che un confratello invidioso aveva fatto preparare per san Benedetto. Sopra la tazza e il corvo vi sono le parole: Crux S. Patris Benedicti (Croce del Santo Padre Benedetto).
Attorno a san Benedetto, lungo il bordo della medaglia, vi sono le parole: Eius in obitu nostro praesentia muniamur! (Siamo rafforzati dalla sua presenza nell’ora della nostra morte!). I benedettini, infatti, hanno sempre invocato l’aiuto di san Benedetto per affrontare serenamente la morte. Egli stesso – come narra san Gregorio Magno – morì in piedi nell’oratorio di San Martino a Montecassino, con le braccia rivolte verso il cielo, sorretto dai suoi confratelli, poco dopo aver ricevuto l’Eucarestia.
Sul retro della medaglia si trova la croce sui bracci della quale sono impresse le lettere iniziali di una preghiera latina: CSSML (Crux sacra sit mihi lux – La Croce santa sia la mia luce) – NDSMD (Nunquam draco sit mihi dux – Che il drago [diavolo] non sia mai la mia guida).
Negli spazi vuoti agli angoli della croce, si leggono le lettere CSPB che stanno ad indicare le parole Crux Sancti Patris Benedicti (Croce del Santo Padre Benedetto). Al di sopra la croce si trova la parola Pax (Pace).
Lungo il bordo sul retro della medaglia, troviamo le lettere VRSNSMV – SMQLIVB. Si tratta delle lettere iniziali di una preghiera latina contro Satana: Vade retro Satana! Nunquam suade mihi vana! Sunt mala quae libas. Ipse venena bibas! (Allontanati, Satana! Non tentarmi mai con le tue vanità! Sono cose malvagie quelle che mi offri. Bevi tu stesso il veleno!)

croce benedettina fronte
croce benedettina retro