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Musei vaticani

SUA ECC.ZA REV.MA AB. DONATO OGLIARI E SUA EM.ZA REV.MA CARD. JAMES HARVEY ACCOLGONO GLI AMBASCIATORI PRESSO LA SANTA SEDE PER LA PRESENTAZIONE DEI LAVORI ESEGUITI DAI MUSEI VATICANI

Il 25 maggio, Sua Ecc.za Rev.ma Ab. Donato Ogliari e Sua Em.za Rev.ma Card. James Harvey hanno accolto gli ambasciatori di varie nazioni presso la Santa Sede per la presentazione dei lavori eseguiti dai Musei Vaticani.

Tra il 2020 ed il 2021, in occasione dei lavori di consolidamento, la Direzione dei Musei e dei Beni Culturali ha eseguito importanti saggi archeologici nel quadriportico della Basilica di San Paolo Fuori le Mura. La fondazione della Basilica di S. Paolo sulla tomba dell’Apostolo delle genti risale all’imperatore Costantino (306-337 d.C.) e alla fine del IV secolo l’edificio venne ingrandito raggiungendo le dimensioni attuali., la Basilica era interamente utilizzata come un un enorme cimitero coperto per le sepolture dei fedeli. L’antica chiesa era preceduta da un atrio porticato progressivamente destrutturatosi a partire dal Medioevo, il quadriportico attuale è una ricostruzione moderna seguita al vasto incendio che nel 1823 distrusse gran parte dell’edificio.

Come il resto dell’edificio, in antico, anche l’atrio della Basilica era utilizzato per le sepolture e le tombe erano semplici fosse rivestite in muratura coperte da lastre in marmo che fungevano da pavimento. Nel corso dei secoli le continue alluvioni del Tevere depositarono strati di limo sul piano del quadriportico e le nuove sepolture scavate sui piani alluvionali avevano povere coperture di tegole, le tombe erano periodicamente ricoperte da strati alluvionali nei quali venivano scavate nuove fosse e nel corso del Medioevo fu scavata una grande fossa che tagliò parte delle sepolture. Agli inizi del XX secolo gli antichi strati furono ulteriormente intercettati dalle fondazioni del nuovo quadriportico, al di sotto sono state portate alla luce le murature di quello antico:  l’antico quadriportico costruito insieme alla Basilica alla fine del IV secolo presentava un alto basamento a sostegno del colonnato, tra il V ed il VI secolo fu aggiunto un canale coperto a cappuccina forse collegato alla fontana esistente al centro del quadriportico. Agli inizi del Medioevo dopo secoli di alluvioni il terreno si era molto rialzato e sul nuovo piano vennero scavate alcune tombe, si trattava di semplici fosse coperte da materiale di recupero, con il tempo, l’intero quadriportico divenne un cimitero affollato di sepolture dove i defunti potevano riposare presso la tomba di San Paolo. Quando una fossa intercettava tombe più antiche le vecchie ossa venivano raccolte e accuratamente deposte accanto al nuovo defunto, l’antico canale fu riutilizzato per una tomba collettiva: a questo scopo fu praticata un’apertura sulla parte sommitale che dava accesso ad uno spazio sotterraneo delimitato da murature. All’interno di questa tomba furono deposti decine di defunti, uomini, donne e bambini, forse appartenenti allo stesso gruppo famigliare.

I ritrovamenti dello scavo testimoniano l’evoluzione della mentalità collegata al rito funerario cristiano: ai primi sepolcri in muratura, che secondo l’uso antico custodivano la memoria dei singoli individui, si sostituisce gradualmente l’idea del “camposanto”, dove la terra consacrata accoglieva in uno spazio comune le sepolture di tutti i fedeli. La commemorazione dei defunti cessava così di essere un atto privato, compiuto presso le tombe dei propri cari, e diveniva una prassi comunitaria celebrata durante la liturgia all’interno dell’edificio di culto. Lo scavo ha consentito di documentare per la prima volta le strutture del quadriportico della Basilica paleocristiana dotato di canalizzazioni, forse ricollegabile ad una grande fontana centrale. Le nuove scoperte, confrontate con i disegni d’archivio e le descrizioni storiche, rendono possibile proporre una prima ipotesi sull’aspetto dell’area prospiciente l’antico edificio di culto.

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