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Perugino Mostra san pietro San Paolo

L’Abate Donato a Perugia per il Vernissage della Mostra “Il Perugino di San Pietro”

Nell’ambito delle celebrazioni per il quinto centenario della morte di Pietro Vannucci detto il Perugino (Città della Pieve, 1448 circa – Fontignano, febbraio 1523), Perugia e l’Umbria intendono ricordare con degli eventi questo straordinario artista, punta avanzata del Rinascimento italiano.

Domenica 1 ottobre, infatti, è stata inaugurata la Mostra “Il Perugino di San Pietro” nella Chiesa abbaziale di San Pietro a Perugia, monastero dipendente da San Paolo flm.

Fino al 7 gennaio 2024 sarà possibile ammirare alla Galleria Tesori d’Arte del Complesso monumentale di San Pietro la predella dell’Ascensione di Cristo: per la prima volta sono stati riunificati tutti e undici gli scomparti della predella attualmente dislocati in vari musei.

Curatrice della mostra la professoressa Laura Teza, associata di Storia dell’Arte moderna dell’Università degli Studi di Perugia.

Presente al Vernissage anche l’Abate Donato, che ha porto il suo saluto ai presenti. L’Abate di San Paolo fuori le mura ha contribuito al Catalogo della Mostra con una presentazione sul tema “Rilettura teologico-artistica della pala dell’Ascensione del Perugino per l’abbazia di San Pietro di Perugia”.

Come ha sottolineato la Professoressa Teza “Questa mostra è il punto di arrivo di un percorso iniziato anni fa e che grazie a un grande sforzo organizzativo congiunto arriva ora a compimento, riportando in città opere come la Predella, mai uscite dalla Francia”.

La storia

Nel 1495 i monaci benedettini della basilica di San Pietro ordinarono a Pietro Vannucci di realizzare per l’ altare maggiore, una Ascensione di Cristo, coronata da un Eterno benedicente con alla base una predella con 11 scomparti: l’Adorazione dei Magi, la Resurrezione e il Battesimo, 6 santi benedettini e i due protettori di Perugia, san Costanzo e sant’Ercolano ai lati. L’opera era racchiusa da una sorta di armadio aperto che la proteggeva e che aveva alla sommità due grandi tondi raffiguranti profeti.

L’opera costituiva un vanto della città e del territorio per la sua bellezza e complessità e alla fine del Cinquecento fu smontata.
Nel 1797, con le requisizioni napoleoniche fu trasferita prima a Parigi e poi frazionata e dispersa in vari musei francesi.
Oggi la grande Ascensione si trova a Lione, la predella nel museo di Rouen, i due Profeti a Nantes, tre santi benedettini alla Pinacoteca Vaticana mentre cinque sono rimasti nella sacrestia di San Pietro a Perugia.

Tempo dunque fino al 7 gennaio 2024 per ammirare da vicino un’opera che per la prima volta torna nel luogo per cui era stata pensata e in cui era stata poi realizzata.

Alcune foto della Inaugurazione di domenica 1 ottobre

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