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Festività di Tutti i Santi a san Paolo fuori le Mura con la professione monastica temporanea di fr. Vinicius Barreto

Ciascuno di noi è chiamato ad attraversare le situazioni della vita che man mano ci si parano innanzi, incluse quelle difficili e talora impreviste che vengono a scombussolare la nostra quotidianità, come, ad esempio, una malattia o lo sfaldamento delle relazioni coniugali o familiari. Vi sono tante criticità, piccole o grandi, di cui è costellato il nostro cammino e che generano un senso di smarrimento e, talvolta, anche di paura.

Nelle situazioni difficili siamo istintivamente portati a cercare un sostegno che le renda meno pesanti, sostegno che troviamo nella cerchia dei nostri cari o in quella degli amici o nelle persone che condividono la nostra stessa fede e che ci aiutano a riporre la nostra fiducia e la nostra speranza nel Signore e nella sua presenza che ci consola, ci incoraggia e ci dà forza. Anche i Santi ci vengono in aiuto con la loro “dolce compagnia” (san Bernardo) e la loro protezione.

In quanto amici di Dio, che fanno ormai parte della Chiesa trionfante, quella che vive nella sua gloria, i Santi sono in primo luogo intercessori per noi presso Dio. E nel ricorrere alla loro intercessione o nel commemorarli liturgicamente – come facciamo quest’oggi, solennità nella quale li ricordiamo tutti insieme – ci appelliamo alla loro solidarietà, poiché anche loro, al pari di noi, sono passati attraverso le contraddizioni o i chiaroscuri della vita, con le sue gratificazioni e gioie, e con le sue difficoltà e asprezze. Per questo motivo possiamo chiedere loro di presentare a Dio le nostre preoccupazioni, le nostre necessità, ma anche le nostre lentezze, pigrizie e fragilità. I Santi/e si affiancano, dunque, a noi e ci accompagnano nel nostro cammino come amici compassionevoli, che nel mentre ci sostengono lungo il cammino della vita, parlano a Dio in nostro favore!

In secondo luogo, i Santi sono degli autentici “maestri di vita” e perciò, con il loro esempio, ci aiutano a inoltrarci nella via della santità che, in quanto seguaci di Gesù, siamo tutti chiamati a percorrere. Essi, infatti, ci spronano a vivere in pace con noi stessi e con gli altri, a seminare gesti di giustizia, di solidarietà, di condivisione. Ci insegnano come far fronte alle nostre ferite e come potenziare, alla luce della verità di Dio, i doni che Egli ci ha dato, per metterli al servizio del bene, nostro e dei nostri fratelli e sorelle. In una parola i Santi ci aiutano a vivere con responsabilità la nostra fede cristiana, a mantenere accesa la luce della speranza che è racchiusa in Cristo Gesù (cf. 1Tim 1,1), nostro Signore, maestro e amico, e a far risplendere la carità – regina delle virtù – nelle nostre parole e nei nostri atteggiamenti.

È vero che ci sembra che alcuni Santi siano più da ammirare che non da imitare, tanto il loro percorso di vita è stato singolare e toccato in maniera unica dalla Grazia! Tuttavia anche coloro che ci sembrano irraggiungibili hanno qualcosa da indicarci che può essere adattato alla nostra vita. Ad esempio:

– un santo che è stato un instancabile operatore di carità prodigandosi per i poveri, gli ultimi e gli emarginati di ogni condizione, diventa un pungolo salutare a non scivolare sul piano inclinato dell’egoismo che tutto rattrappisce, ma a mantenere il nostro cuore sempre libero e aperto alle necessità di chi ci sta intorno, soprattutto di chi soffre, ricordandoci che la felicità vera consiste nel dono di noi stessi;

– un santo che si è prevalentemente esercitato nell’ascesi e nella penitenza, ci ricorda che il male e le parti più oscure di noi stessi non si vincono a suon di parole, ma combattendoli con le rinunce e i sacrifici;

– un santo la cui vita ha brillato per l’intensità della preghiera e l’afflato mistico della sua ricerca di Dio, ci rammenta la necessità di rimanere uniti al Signore e di coltivare la sua amicizia, se vogliamo essere in grado di affrontare con coraggio e fiducia i disagi della vita e aprirci alle sue aspirazioni e realizzazioni più belle e feconde di bene.

Ogni accentuazione di santità richiama una sfaccettatura della vita di fede, di speranza e di carità, da vivere e innervare nella nostra quotidianità, in un continuo cammino di conformazione a Cristo, sotto l’impulso della Grazia. Se invece di progredire, la nostra fede, la nostra speranza e la nostra carità ristagnano, significa che siamo curvi su noi stessi e chiusi nella nostra presunta autosufficienza.

Le Beatitudini – che sono state proclamate nel Vangelo – ci insegnano la via per renderci vulnerabili alla forza luminosa che proviene dal Signore, la quale, solamente, ci consente di attraversare le tentazioni e le prove della vita, e di fiorire nella vita buona del Vangelo! Nel Signore è la nostra beatitudine e la radice della nostra santità. In Lui solo la nostra vita potrà dirsi riuscita.

Lo aveva capito anche san Benedetto, lui che san Gregorio Magno aveva definito “vir Dei, uomo di Dio”, per la consonanza della sua vita con il Vangelo di Gesù, di cui la sua Regola è un mirabile compendio. San Benedetto è stato un uomo e un santo “riuscito” perché si è lasciato plasmare dallo Spirito Santo che, sulla falsariga di Gesù, lo ha portato a diventare un riflesso delle Beatitudini.

La professione monastica temporanea

Oggi, con la Professione religiosa, il nostro fratello Vinicius entra a far parte della famiglia monastica benedettina di San Paolo fuori le Mura. Accettando liberamente di seguire il Signore più da vicino e di vivere più strettamente unito a Lui e ai fratelli per il tramite dei tre voti religiosi – che pronuncerà secondo la formulazione tipicamente monastica: stabilità, conversione dei costumi e obbedienza – Vinicius manifesterà pubblicamente il suo desiderio di cercare Dio nella e con la nostra comunità monastica, mettendo in pratica il duplice comandamento dell’amore al Signore e al prossimo, sia all’interno del cerchio fraterno sia al di fuori di esso.

Caro Vinicius, le Beatitudini – con le quali Gesù ha tratteggiato la fisionomia del discepolo – siano la segnaletica del tuo cammino monastico, nel quale sei ora chiamato ad inoltrarti per vivere nella santità. Il carisma benedettino, che consiste nell’aderire al Vangelo nella sua interezza, ti instradi sempre più nella sequela di Gesù – al quale nulla dovrai anteporre (cf. RB 72,11) – e ti aiuti a correre con generosità e purezza di cuore – assieme ai fratelli che ti ha messo accanto – sulle vie che la sua infinita misericordia ci apre dinanzi.

Ti auguriamo di vivere questa inebriante avventura con alacre e, allo stesso tempo, umile pazienza, con fiducia incrollabile, con intima gioia e – come ci esorta il N. S. P. Benedetto – con il cuore dilatato dall’amore (cf. RB, Prol. 49).

La Vergine Maria – il cui nome aggiungerai al tuo, in segno di profonda devozione verso la Madre di Gesù e Madre nostra – ti avvolga nel suo manto materno, e i santi Paolo e Benedetto, assieme a tutti i santi del cielo, intercedano per te presso il Signore della vita e ti proteggano. E così sia!

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