top

INTERNET O INFERNET -parte 2
Elogio della consapevolezza
Ab. Donato Ogliari osb

Già pubblicato su Il Gazzettino di Noci, anno 2016

Il contributo dello scorso mese terminava con una citazione tratta dal libro del Qoelet: «Il saggio ha gli occhi in fronte». Con essa si voleva ricordare che anche il rapporto col web necessita di un approccio sapienziale. La sfida, infatti, non si pone al livello della sua accettazione o del suo rifiuto. Come strumento di comunicazione, il web è ormai diventato parte della nostra quotidianità, come lo erano diventati nel secolo XX il telefono, la macchina da scrivere, la radio e la televisione. È dunque del tutto inconcepibile un ritorno all’era pre-digitale. Quel che è necessario, però, è appunto rapportarsi con uno “sguardo sapienziale” al mondo di internet, un mondo che da una parte offre enormi e affascinanti possibilità, e dall’altra nasconde innumerevoli rischi e pericoli. In una parola, è necessario rendersi conto di ciò con cui abbiamo a che fare, valutarne la portata e decidere di conseguenza, poiché il web – a seconda di come lo si approccia – può rendere più facile o più difficile la nostra esistenza, può arricchirla oppure renderla schiava e spegnerla.

Ha dunque «gli occhi in fronte» chi non rinuncia a ragionare con la propria testa; chi, pur conscio dell’influsso che il complesso mondo delle emozioni e dei sentimenti esercita sull’essere umano, si sforza di esplicitare con consapevolezza e senso critico i pensieri e gli affetti dai quali è attraversato nel momento in cui apre internet. Scrive il gesuita G. Cucci: «La consapevolezza, intesa come “essere presenti al presente”, capacità di decidere in maniera ponderata il da farsi, è il vero analogo psicologico della virtù evangelica della vigilanza. La vigilanza, in questo contesto, è una certa “custodia” del pensiero, dello sguardo, della parola, che finisce per tradursi in azione coerente».

Dunque, consapevolezza e vigilanza si intersecano e ci richiamano l’importanza del nostro mondo interiore, un mondo che non va trattato con superficialità, ma che va coltivato con costanza e passione, poiché è esso a nutrire la nostra esistenza, colorando di sé i nostri pensieri, i nostri atteggiamenti e le nostre azioni. «Ogni albero – dice Gesù – si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo. L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male» (Lc 6,44-45).

La consapevolezza-vigilanza ci fa riandare altresì all’antica pratica cristiana del cosiddetto “esame di coscienza”. È vero che l’essere umano è istintivamente più incline a guardare gli altri, a giudicarli e a criticare il loro operato, anziché soffermarsi sulle proprie azioni e guardarsi dentro con onestà. E tuttavia, chi desidera avere “gli occhi in fronte”, sa che per ottenere una vita sensata e serena è necessaria anche una sincera introspezione. Ciò vale, naturalmente, anche nei confronti del web. Il ripercorrere con la memoria l’uso che se ne è fatto durante la giornata, ad esempio, può assumere un significato altamente spirituale, nel senso che può costituire un vero e proprio aiuto nel conoscersi meglio, sradicando eventuali abitudini cattive che svuotano il cuore lasciandolo insoddisfatto e infelice. Inoltre, un breve esame di coscienza sulle modalità con cui si frequenta il mondo di internet potrebbe rivelare un’inquietudine interiore che porta a vagare nel mondo virtuale cercando ora qui ora là quella pace che, in realtà, non può che nascere e irradiarsi dal profondo del proprio essere. Quando si è preda dell’inquietudine, quest’ultima diventa come un’ombra che ci si porta appresso ovunque, nelle relazioni e nelle attività, nelle incursioni nel web e perfino nei momenti di svago o di rilassamento.

Ritorniamo così al punto iniziale, a quella saggezza che è un misto di consapevolezza, di vigilanza e di prudenza, e grazie alla quale è possibile conseguire e mantenere un rapporto positivo anche col mondo di internet. E tuttavia, la saggezza è il risultato di un impegno a lungo termine in questa direzione. Il pensiero corr dunque ai nostri ragazzi, nativi digitali, che frequentano il web con assidutà, venendo così a contatto non solo con le sue bellezze, ma anche con le sue insidie Che cosa fare per evitare che intraprendano iniziative avventate dai risvolti imprevedibili?

La risposta a questa domanda va ricercata soprattutto nella cura con cui i genitori e gli educatori dovrebbero davvero prendersi a cuore la crescita dei propri figli o dei ragazzi loro affidati, offrendo loro una qualche forma di accompagnamento che li indirizzi nella navigazione del mare magnum digitale. Ovviamente, parte di questo accompagnamento consisterà anche nell’avere il coraggio di dire dei “no”, di porre cioè dei limiti volti a proteggerli dai pericoli di cui internet è disseminato, e a favorire nello stesso tempo un armonico e positivo sviluppo delle loro potenzialità. Solo così essi potranno perseguire una crescita sana e felice. E solo così, diventando adulti, saranno in grado di affrontare la vita con «gli occhi in fronte»!