INTERNET O INFERNET?
Ab. Donato Ogliari osb
Già pubblicato su Il Gazzettino di Noci, anno 2016
Con il mese di settembre riaprono le scuole di ogni ordine e grado. Centinaia di migliaia di bambini e di adolescenti ritorneranno sui banchi di scuola: dalla materna alla primaria (le vecchie “Elementari”), dalla secondaria di primo grado (le vecchie “Medie”) a quella di secondo grado (le vecchie “Superiori”). Prendendo spunto dall’avvio del nuovo anno scolastico vorrei offrire alcune riflessioni sulle potenzialità e i rischi di internet o web, uno strumento che sta guadagnando spazi sempre più ampi nelle scuole, e che è diventato un compagno pressoché inseparabile dei nostri ragazzi.
Il titolo-domanda dato a questo contributo – e che ci farà da sfondo – trae ispirazione dal volumetto del gesuita Giovanni Cucci, Paradiso virtuale o infer.net? Ovviamente, mi rendo conto che parlare delle infinite opportunità e degli altrettanti infiniti rischi di internet richiederebbe decine e decine di trattazioni, per via delle vastissime implicazioni della “rivoluzione digitale” nella nostra vita quotidiana. Mi azzardo, perciò, a porre in rilievo alcuni aspetti che, mi auguro, possano suscitare una proficua riflessione nelle nostre famiglie e nelle nostre comunità.
Come premessa, vorrei subito precisare che l’utilizzo di uno strumento non è mai neutro, ma dipende dalle intenzioni di chi ne fa uso. Nel caso di internet, ad esempio, un conto è utilizzarlo per collegarsi alla “rete internazionale” (international net = internet) e comunicare in tempo reale, via e–mails o attraverso i social network, con persone che si trovano dall’altra parte della terra, o per attingere dalla sua immensa memoria informazioni utili al proprio lavoro o alla propria formazione personale, inclusa quella religiosa e spirituale. Un altro conto, invece, è utilizzare internet per evadere dalla quotidianità e andare alla ricerca, in un mondo virtuale, di surrogati nei quali trovare un soddisfacimento momentaneo alle pesantezze e frustrazioni della vita. In questo secondo caso, ovviamente, è facile cadere vittime di una internet-dipendenza che, al pari di altre dipendenze, può trasformarsi in un vero e proprio infernet (=rete infernale), capace di imprigionare la mente e il cuore in una vuota solitudine, e perfino di causare gravi problemi al benessere psico-fisico di una persona.
Ciò sarebbe la dimostrazione – e in questo concordano sia i super critici sia i super entusiasti del web – che esso non è semplicemente uno “strumento”, ma un vero e proprio “mondo parallelo”, che, sebbene virtuale, può in qualche modo diventare alternativo al mondo fisico e reale, e modellare chi si fa da esso schiavizzare. E siccome un utilizzo maturo e responsabile di internet non è scontato neppure negli adulti, che cosa dovremmo pensare dei bambini e dei ragazzi che – da “nativi digitali” quali sono – vivono il web con estrema naturalezza e scioltezza? Tocchiamo qui il classico problema della “salvaguardia” dei minori da un utilizzo di internet che – se non debitamente monitorato dai genitori, dagli insegnanti e dagli educatori in genere – potrebbe rivelarsi estremamente pericoloso, mettendo in secondo piano i vantaggi da esso offerti.
Le immense potenzialità del web sono ormai note. Stando davanti al monitor del proprio PC è possibile consultare libri, riviste e giornali, accumulare le più svariate notizie e informazioni, entrare in contatto con molte persone, in qualsiasi parte del mondo esse si trovino, senza spostarci e senza perdere tempo. Tuttavia, per quanto tutto ciò abbia del meraviglioso, anche il web nasconde molte insidie. Uno dei rischi nei quali si può facilmente incappare, ad esempio, è quello di non saper resistere alla brama di “restare connessi” ovunque e in qualsiasi momento. Ci sono persone che vanno in panico se non hanno un PC, un tablet o uno smartphone a portata di mano! Segno evidente che si può davvero diventare schiavi di un oggetto. Un altro rischio che si corre quasi senza accorgersene è quello di un approccio superficiale al mondo del web e un conseguente impoverimento interiore: l’accesso simultaneo a un’incalcolabile mole di dati – lì per lì difficili da “digerire” e assimilare – porta, infatti, ad un inevitabile abbassamento della soglia di attenzione e concentrazione, di modo che anche la capacità di riflettere su quel che si legge o si vede diventa sempre più sottile. Un altro grosso pericolo – e questo vale soprattutto per i ragazzi che sono lasciati soli a gestire internet – consiste nel fatto che esso può nascondere minacce e pericoli non meno insidiosi di quelli della vita reale. È una pia illusione il ritenere che il proprio figlio sia più al sicuro nella sua cameretta, davanti al PC, che non quando è per strada. Il mostro può facilmente nascondersi anche nel web e provocare effetti deleteri di cui, spesso, ci si rende conto quando è ormai troppo tardi. Se l’anonimato e la mancanza di un contatto reale con gli altri produce in tutti un allentamento dei freni inibitori, possiamo immaginare alla facilità con cui un adolescente, navigando indisturbato dalla sua cameretta, può accedere a siti “proibiti” che accendano la sua fantasia erotica e non; o si pensi a quel senso di onnipotenza di cui potrebbe sentirsi investito un ragazzo che naviga senza limiti nel web e che potrebbe sentirsi spinto – non visto e non controllato – all’aggressività e alla violenza (il “bullismo” via internet non è fantascienza); o si consideri il caso – ahimè non raro – in cui un ragazzo diventa facile preda di approfittatori di ogni genere, non esclusi i pedofili.
Che dire poi dell’uso dei social networks come facebook? Di per sé essi non sono che l’espressione del bisogno insopprimibile di comunicare ed entrare in relazione con gli altri, e tuttavia, anche qui, occorre che il disvelamento di se stessi a persone sconosciute sia accompagnato da un’equilibrata riservatezza. Questo vale, ancora una volta e soprattutto, per chi vive l’età adolescenziale dal momento che in essa, com’è noto, l’agire tende generalmente a precedere il pensare. Una volta inserite nel mare magnum del web, anche le notizie più intime e delicate che si vorrebbe rimanessero tali, diventano potenzialmente accessibili a tutti, anche a chi – appunto – potrebbe approfittarne in malafede. Insomma, se da una parte il web consente una libertà di movimento e una possibilità di relazioni e di conoscenze immediate fino a qualche tempo fa inimmaginabili, dall’altra esso può diventare una macchina infernale che spersonalizza, scheda e “imprigiona” ogni dato che le è dato in pasto, anche quelli che si vorrebbero cancellare!
Si comprende allora l’importanza di educare i ragazzi a capire qual è la posta in gioco, e di aiutarli ad utilizzare internet con consapevolezza e in maniera positiva per sé e per gli altri, come uno strumento per la crescita umana e spirituale. Ci teniamo a ribadire che, in questo, i ragazzi non vanno lasciati soli, poiché le molle motivazionali più potenti dell’età adolescenziale sono la spontaneità e l’emotività, più che la capacità di autocontrollo, la prudenza e la riflessività. Per questo hanno davvero bisogno di essere accompagnati per mano a scoprire la bellezza di queste virtù, per accostarsi in maniera costruttiva alla realtà virtuale. «Il saggio – dice il libro del Qoelet – ha gli occhi in fronte» (2,14)! Buon anno scolastico!