La tradizione della farmacia monastica parte da lontano, ovvero dall’esigenza di ogni comunità monastica di essere pronta a prendersi cura non soltanto dei propri monaci, ma anche dei pellegrini e dei poveri che giungessero al monastero.
All’interno di ogni realtà monastica, quindi, si fa spazio nel tempo la necessità di avere prodotti medicamentosi utili per la cura degli ammalati, per poter prestare le giuste cure a chiunque si rivolgesse al monastero, come anche previsto nella Regola di San Benedetto.
Al cap. 36, infatti, intitolato I fratelli infermi, si legge: “L'assistenza agli infermi deve avere la precedenza e la superiorità su tutto, in modo che essi siano serviti veramente come Cristo in persona” (RB 36,1).
È quindi lodevole che si porti avanti la tradizione monastica legata alla conoscenza delle erbe medicinali, che tanto spazio occupa in molti manoscritti così attentamente custoditi ancora oggi nelle biblioteche monastiche e non.