Avvenire – Il Colloquio paolino

Occasione di incontro ecumenico

Esperti e studiosi delle tradizioni cattolica, prote tante e ortodossa riuniti nella Basilica a lui dedicata. Al centro un brano tratto dalla Lettera ai Romani

Riuniti attorno alla figura dell’Apostolo delle genti: Paolo. E proprio nella Basilica romana a lui dedicata (San Paolo fuori le Mura) i rappresentanti  delle Chiese cristiane (cattolica, protestante e ortodossa) e studiosi si confrontano nel biennale «Colloquio ecumenico paolino», che si è aperto ieri e proseguirà fino al 15 settembre. Il primo Colloquio risale a cinquant’anni fa e nacque dall’idea dell’allora a­bate della Basilica Giovanni Battista Franzoni in col­laborazione con lo studioso belga dom Jacques Dupont. «Questa è l’unica occasione al mondo in cui le tre maggiori tradizioni cristiane interagiscono così

fortemente sull’interpretazione di Paolo e l’impatto di queste conferenze è stato immenso» commenta John Martyn Gurney Barclay, studioso del cristiane­simo e docente allaDurham University nel Regno U­nito e che svolgerà il ruolo di coordinatore del Col­loquio stesso. Quest’anno, nel suo 50° anniversario, il Colloquio paolino si riunisce nuovamente, questa volta per studiare i capitoli centrali della più influente lettera di Paolo, la Lettera ai Romani (5,12-8,39). Stu­diando quella lettera insieme a Roma, come eredi di duemila anni di tradizione cristiana, il Colloquio cer­cherà di sviluppare quella tradizione in un nuovo, 

accademico e costruttivo modo, nella paziente let­tura del testo ed attraverso una intensa discussione scientifica. All’edizione di quest’anno sono trenta­cinque gli esperti e gli studiosi invitati che ap­profondiranno l’esame di questa Lettera ai Romani. Sono i maggiori studiosi internazionali delle tradi­zioni cattolica, protestante e ortodossa. Occasìone di confronto e di conoscenza non solo del testo pao­lino, ma anche delle interpretazioni, nella speranza di poter arrivare a «una comune interpretazione del­le Lettere di Paolo». [Red.Cath.]

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